FERRARI REX

E’ il libro che ho sempre voluto scrivere. Un libro che cercasse di raccontare Enzo Ferrari lontano dai tanti stereotipi che gli sono stati affibbiati in vita e dai quali la maggior parte di coloro che si cimentano nel racconto della sua vita non riescono a stare lontani. Perchè, vedete, io volevo raccontare l’uomo Ferrari a tutto tondo. Non solo il grande Costruttore, ma anche l’uomo in tutta la sua incredibile e intrigante complessità. Anzi, soprattutto l’uomo, perchè un successo planetario come il suo non lo si improvvisa e, per capirlo, va capito l’essere umano che sta alla base.

“Il suo nome era pronunciato con ammirazione e rispetto in tutto il mondo, eppure non passava giorno che la moglie non lo maledicesse. La donna che lo amò per tutta la vita non riuscì mai a sposarlo. Il figlio che adorava era morto a 24 anni lasciandogli un vuoto che non sarebbe mai riuscito a colmare. Il secondogenito visse una vita separata e semi-clandestina fino a vent’anni. C’era come una sorta di barriera attorno a Enzo Ferrari che lo proteggeva da chiunque gli si volesse avvicinare. Negli ultimi trent’anni della sua vita portò regolarmente occhiali da sole, che altro non erano che una protezione dalla curiosità del mondo, con quelle lenti scure a difesa dei suoi sentimenti più veri. Il figlio stesso non ha difficoltà ad ammettere che neppure lui è mai stato in grado di penetrare fino in fondo l’intimo dell’animo del padre. Ognuno poteva conoscere di Enzo Ferrari solo quanto egli era disposto a mostrare e neppure il figlio, il confidente dell’ultimo quarto di secolo di vita era ammesso al di là di una certa soglia”.  
(Ferrari Rex, Introduzione)

Ferrari Rex è uscito in Italia il 1° di settembre del 2016. Nel 2018 sono uscite le edizioni in lingua inglese (David Bull Publishing) e in lingua spagnola (Gabriel Castro Editores). Successivamente Ferrari Rex è diventato un audio-libro realizzato dal colosso svedese Storytel – per le sue dimensioni, gli audio libri in realtà sono tre.

Ma non è finita perchè, prossimamente, Ferrari Rex diventerà una serie TV distribuita dal gigante della comunicazione americano APPLE + TV, prodotta dai premi Oscar Nicola Giuliano e Paolo Sorrentino, dal candidato all’Oscar Lorenzo Mieli, dal grande conoscitore di auto, e appassionato di Ferrari, Giulio Marantonio, e diretta dal regista Stefano Sollima. Insomma, a volerla dire tutta, non male per un libro che, a un paio di settimane dal lancio, mi era venuto l’irresistibile desiderio di non pubblicare più e di tenere solo per me, geloso come ne ero diventato di tutta quella ricerca e di quel ‘mio’ Ferrari che ero andato creando nei precedenti otto anni. 

“Nessuno se ne era accorto. Ma nonostante le apparenze, da qualche giorno Enzo Ferrari stava vivendo un lacerante dramma interiore. Da tempo aveva messo in calendario la trasferta di Lione, ma si era sempre aspettato di essere in Francia come uomo di raccordo della squadra, non come pilota. Fino a qualche tempo prima avrebbe fatto carte false per difendere i colori dell’Alfa Romeo e dell’Italia stringendo un volante in un gran premio internazionale. Ma qualcosa negli ultimi tempi era cambiato. Non era sicuro di sapere esattamente cosa fosse successo. Forse era stata la morte di Sivocci a dare il via ai primi dubbi – dubbi che ora erano con ogni probabilità diventati certezze. Che la morte fosse sempre in agguato sui campi di gara era una cosa che aveva imparato presto. Ma il suo spettro era sempre apparso distante – fino a quando non aveva bussato alla porta di Ugo”.
(Ferrari Rex, Capitolo 8 – Lione)

Ferrari Rex ha immediatamente incontrato il favore di critica e di pubblico. Il settimanale sportivo Autosprint ha commentato: “A 28 anni dalla scomparsa del Drake, finalmente c’è chi scrive qualcosa di nuovo (e tanto) sulla figura più leggendaria dell’automobilismo mondiale con un volume monumentale.” Ma di Ferrari Rex si sono occupati tutti, non solo i media sportivi o specializzati in automobilismo. Se ne sono occupati gli inserti letterari dei grandi quotidiani, così come giornali e riviste di carattere generalistico. Tra i tanti, mi piace ricordare la lunga e positiva recensione di Famiglia Cristiana, che ha ripercorso la titanica battaglia della fine degli anni Cinquanta tra la Chiesa Cattolica ed Enzo Ferrari.

E in Italia Ferrari Rex è stato insignito del Premio Selezione Bancarella Sport 2017.

La rassegna stampa dedicata a Ferrari Rex è sterminata. Per settimane il libro è stato in testa alle classifiche di vendita di Amazon. L’edizione originaria oggi è esaurita. Nel tour di promozione che ha seguito l’uscita del libro, ho avuto il piacere di parlare di Enzo Ferrari a e con platee grandi e qualificate. E mi sono accorto che, a trent’anni dalla morte e a 120 dalla nascita, Enzo Ferrari è più vivo che mai.

“La Scuderia Ferrari era in ginocchio. Enzo Ferrari era fuori di sé. Lamentava poca o nessuna attenzione da parte del governo sportivo e delle istituzioni italiane. Accusava l’industria dell’automobile nazionale di non interessarsi alle competizioni agonistiche e di averlo lasciato solo a combattere contro un’industria tedesca dell’automobile compatta e per di più supportata dal governo del Reich. Tuonò in pubblico e in privato. Anche perché in Italia c’era chi aveva prontamente addebitato alla sua Scuderia, quindi a lui, il crollo sulle piste, rilanciando immediatamente il vecchio motivo del ritorno in forma diretta alle competizioni da parte delle Case automobilistiche – che era il tema che più infastidiva Ferrari perché minava quanto di buono era andato pazientemente costruendo nei sette anni precedenti. Di conseguenza non lesinò accuse all’intero sistema che avrebbe dovuto sovrintendere allo sport dell’automobile in Italia e che, invece, se ne stava con le mani in mano”. (Ferrari Rex, Capitolo 17 – La fiera della illusioni)

Ferrari Rex ha suscitato, come accennato, grande interesse anche a livello internazionale. Il New York Times ha definito il mio racconto della vita di Enzo Ferrari “la biografia definitiva di uno dei grandi dell’automobilismo.” Il Royal Automobile Club di Gran Bretagna l’ha selezionato tra i finalisti del prestigioso premio “Motoring Book of the Year Award.”

“Eppure c’era una cosa di Pinin che Ferrari ammirava ancora di più delle morbide linee delle sue carrozzerie: “Il suo capolavoro massimo,” diceva dell’artigiano diventato artista, “non è stato la creazione di questo stile ma la creazione di un assetto famigliare-aziendale destinato a un avvenire sempre più luminoso” nel quale il figlio Sergio e il genero Carli “rappresentano una fusione straordinariamente omogenea di capacità e d’intendimenti.” Da anni Ferrari non andava più ai funerali. Quando poteva, faceva una visita il giorno prima. Pinin era morto a Losanna ed era stato successivamente trasportato a Grugliasco, dove era stata allestita la camera ardente. Ferrari arrivò da Maranello e sostò dieci minuti in silenzioso raccoglimento davanti al feretro. Poi si rivolse al figlio del carrozziere: “Sergio,” disse, “d’ora in avanti diamoci del tu.” Non aggiunse e non sarebbe stato necessario aggiungere altro”. (Ferrari Rex, Capitolo 34 – Davide e Golia)   

Serata di gala alla sede di Ferrari Messico per la presentazione di FERRARI REX in lingua spagnola.

Il titolo dell’edizione in lingua spagnola è: ENZO FERRARI – LA VIDA DE UN GRANDE. La settimana di lancio del libro in Messico – tra il vivo interesse dei media nazionali di quello straordinario paese che mi hanno intervistato, e la passione dei lettori che ho incontrato – mi ha confermato come la figura di Enzo Ferrari sia un patrimonio mondiale.

Dopo quasi otto decadi vissute con rara intensità, poteva oggi confessare che il suo amore per l’automobile e in particolare per le corse, un amore iniziato in gioventù, “non ha subito gli insulti del tempo.” Aveva assistito alla sua prima corsa sessantanove anni prima, era stato un pilota – e che pilota, anche se ometteva regolarmente di sottolinearlo – per la parte migliore degli anni Venti, aveva creato la Scuderia nel 1929 e fondato quella che sarebbe successivamente diventata la Ferrari nel 1940. “Il segreto di questa fedeltà totale, che penso difficile da riscontrarsi in altri rapporti,” spiegò, “trae alimento dalla possibilità di realizzare, anno dopo anno, nuovi esperimenti, nuove soluzioni, nuove macchine.” Ancora quell’aggettivo: totale – intero, pieno, completo, incondizionato. L’aveva usato una prima volta per descrivere Dino, il figlio scomparso, che aveva chiamato figlio totale, non per distinguerlo da Piero, nato fuori dal matrimonio, ma per sottolineare quella completa devozione di Dino verso l’automobile e il suo sport – come per lasciare detto ai posteri che nulla, nella vita di Dino, così come nella sua, aveva mai rivestito alcun interesse al di fuori dell’automobile.
(Ferrari Rex, Capitolo 37 – Il Grande Vecchio)

Ferrari Rex ha venduto più di 10.000 copie nella sola Italia. L’edizione originale oggi è praticamente esaurita. Il prezzo di alcune copie, che di fatto si trovano solo su ebay, ha raggiunto prezzi da capogiro. Per questa ragione, nell’autunno del 2022 è uscita una nuova edizione, ridotta nel testo del 30 per cento per poter mantenere il prezzo originale di 28 €. A breve uscirà in una nuova edizione anche in inglese e in spagnolo.

Genesi

Raikkonen e Vettel piloti Ferrari, la giovane promessa Leclerc e il leggendario meccanico Jo Ramirez firmano una copia della versione in spagnolo di FERRARI REX in occasione del GP del Messico 2018.

L’idea di una biografia che potesse essere l’opera definitiva su Enzo Ferrari nacque a metà degli anni Novanta. Il mio desiderio era all’epoca di scriverla a quattro mani con Gino Rancati, decano dei giornalisti dell’automobile italiani e per tanti anni collaboratore (esterno) e confidente di Enzo Ferrari. Ne avevamo parlato e l’idea a lui piaceva. Ci eravamo addirittura portati avanti: in occasione di alcuni incontri di lavoro, ci eravamo ritagliati spesso un paio d’ore nelle quali Gino mi raccontava episodi legati al suo Ferrari, l’uomo che aveva conosciuto nell’intimo a partire da un periodo molto importante per Ferrari, quella metà degli anni Cinquanta in cui aveva perso il primo figlio. E quando Gino morì, decisi di andare avanti da solo. Per una decina di anni il progetto rimase nel cassetto. Ma quando approdai in Ferrari ero sicuro che il progetto sarebbe un giorno diventato realtà.

Ricerche

Le ricerche costituiscono la spina dorsale di Ferrari Rex. Sin dall’inizio volevo che il lettore potesse avere visibilità sulle fonti utilizzate attraverso note in calce a ciascuna pagina. Ho infatti sempre pensato che una ricostruzione storica debba poggiare su ricerche precise e circostanziate, di cui l’unica vera garanzia per il lettore è l’attribuzione chiara e verificabile. Questo non ha naturalmente nulla a che vedere con lo stile della scrittura. Sostengo infatti che si possa dare a un libro di 1000 e più pagine la godibilità di un romanzo anche se ogni affermazione, ogni citazione, ogni virgolettato è attribuito e mostrato in calce a ciascuna pagina. Di conseguenza, le oltre 1000 pagine di Ferrari Rex sono corredate e completate da più di 2000 note a piè di pagina.

Fonti orali

Raikkonen e Vettel piloti Ferrari, la giovane promessa Leclerc e il leggendario meccanico Jo Ramirez firmano una copia della versione in spagnolo di FERRARI REX in occasione del GP del Messico 2018.

Le fonti orali di Ferrari Rex sono frutto di alcune decine di interviste sostenute nel corso di vari anni. Il grosso delle interviste le ho realizzate tra la fine del 2008 e la prima parte del 2013. La maggior parte di esse hanno avuto luogo a Modena. La quasi totalità sono state registrate. Il solo Franco Gozzi – capo ufficio stampa e tanto altro di Enzo Ferrari per 28 anni – ha preferito che non registrassi, anche se poi è sempre stato disponibile a rileggere con me gli appunti che avevo preso durante i nostri colloqui. Un libro come Ferrari Rex non avrebbe potuto essere scritto se non a Modena e vi spiego il perché: quando incontri persone che hanno vissuto una parte della loro vita vicino a un uomo celebre, la maggior parte di loro è portata a raccontare quello che ha già raccontato ad altri. Naturalmente lo fanno perché ritengono queste cose più importanti e perché il tempo di ogni intervista, per quanto lunga, è sempre limitato. Così è successo anche a me all’inizio. Ma vivendo cinque giorni la settimana a Modena e avendo la possibilità di telefonare a queste persone per incontrarle magari quello stesso pomeriggio o la mattina del giorno dopo, magari anche solo per mezzora o per parlare di uno o due episodi e nient’altro quel giorno, poco alla volta ci siamo lasciati alle spalle gli argomenti per così dire convenzionali e siamo passati a episodi, fatti, aneddoti meno noti, ma non per questo meno importanti per capire l’uomo Enzo Ferrari. Anzi … Passando i mesi e salendo il numero di incontri, in certi casi ho anche avvertito che talune di queste persone mi stavano concedendo fiducia: in alcuni casi, davanti a un enigma particolarmente significativo, iniziarono a dirmi cose come: “questa cosa gliela dico, perché le serve per capire una determinata cosa, ma lei mi faccia la cortesia di non scriverla …” Ho naturalmente mantenuto la parola data – anche con quelle fonti, come lo stesso Franco, che nel frattempo ci hanno lasciato – ma posso confermare che la quasi totalità di quelle confidenze hanno fatto la differenza, indicandomi in certi casi la via e, in altri ancora, la soluzione. Di inestimabile valore, con Gozzi, sono stati Carlo Benzi – per anni il consulente finanziario di Ferrari – e Dino Tagliazucchi, l’autista personale di Ferrari negli ultimi vent’anni della sua vita. E naturalmente Massimo D’Elia, il barbiere di Ferrari, con me nella foto qui sotto.

Fonti scritte – libri

Massimo ed io. Uno dei due è stato per tanti anni il barbiere di fiducia di Enzo Ferrari.

I cinque libri scritti da Enzo Ferrari sono stati la base di partenza – e il maggiore investimento economico sostenuto durante le ricerche, vista la poca reperibilità sul mercato e il valore non irrilevante di ciascuno di essi. Nell’ordine sono Le mie gioie terribili, Le briglie del Successo, Il Flobert, Ferrari 80 e Piloti, che gente … A questi cinque volumi devo aggiungere la versione rossa de Le briglie del successo, che mi fu prestato da Giulio Borsari, il mitico – mai aggettivo potrebbe essere meglio utilizzato – meccanico della squadra corse della Ferrari dal 1962 al 1977. I libri di Ferrari sono interessanti per tutta una serie di motivi tra cui, non trascurabile, il fatto che raccontino solo le verità che Ferrari intendeva raccontare. Andando a controllare la veridicità storica delle sue ricostruzioni, ho infatti trovato non poche soprese e sono arrivato a una conclusione: mai prendere alla lettera Enzo Ferrari! E poi mi sono naturalmente divertito a scoprire come Ferrari cambiasse determinati giudizi da un libro all’altro o come, invece, su certe cose abbia conservato una coerenza per certi versi sorprendente.

Poi naturalmente ci sono i libri scritti dai tanti giornalisti e dai pochi, pochissimi scrittori che si sono cimentati nel compito di raccontare la vita di Enzo Ferrari, ma soprattutto quella della sua fabbrica e delle sue automobili – da corsa e non. Da ciascuno di essi ho naturalmente tratto tanto. Molto, moltissimo, da libri che analizzano determinate parti della vita di Ferrari. Tre su tutti: i due libri su Enzo Ferrari pilota pubblicati un anno prima della sua morte; e il libro sulla Scuderia Ferrari di Zagari e Orsini che, complici anche straordinarie immagini, mi hanno dato la possibilità di entrare a piè pari nella vita di Ferrari negli anni Trenta. E poi un discorso a parte merita naturalmente il primo dei due libri scritti da Gino Rancati – Ferrari, lui, pubblicato quando Ferrari era ancora in vita, con quella straordinaria dedica: “A coloro che mi vogliono bene. Quindi anche a Enzo Ferrari. E se lui non ci sta, pazienza.”

Con me nella foto qui sotto è lo storico-scrittore-fotografo modenese Beppe Zagaglia, che mi ha fatto da consulente personale nella ricostruzione della Modena del tempo di Ferrari e delle sue dinamiche.

Fonti scritte – articoli

Tra il serio e il faceto, racconto oggi che le ricerche per Ferrari Rex mi sono costate due diottrie. Ed è vero. In biblioteca a Modena avevo ottenuto di poter consultare gli originali. Ma a Milano mi sono dovuto arrendere ai microfilm per passare al setaccio otto decenni di articoli pubblicati da quotidiani e riviste italiani. I primi che ho consultato sono del 1912, quando cercavo di trovare articoli scritti da un giovanissimo Ferrari sul quotidiano della sua città. Gli ultimi sono dell’agosto del 1988, i giorni della morte e del funerale e del tributo universale. In mezzo centinaia di articoli dei quali Enzo Ferrari poteva essere il protagonista – la maggior parte dagli anni Cinquanta a oggi – o una semplice comparsa – quei meravigliosi fogli tri-settimanali dei primissimi anni  Venti … Ma, insieme alle fonti orali, sono proprio questi articoli che mi hanno permesso di ricostruire con cura la straordinaria esistenza di Enzo Ferrari, poiché mi hanno permesso di seguirlo mentre cresceva e il mondo piano piano si accorgeva della sua esistenza senza il filtro ingannatore della storia. Ho calcolato che in biblioteca ho trascorso circa 1500 ore. Gli appunti che ho preso in quelle ore sono contenuti in 22 quadernetti sui quali la mano scorreva (quasi sempre) veloce grazie a una (comunissima) stilografica.

Il titolo

Quando lavoravo per la Ferrari, al rientro da un Gran Premio del Canada, all’aeroporto di Montreal acquistai una copia di una biografia del presidente degli Stati Uniti Theodore Roosevelt scritta da Edmund Morris. La divorai. Il titolo era Theodore Rex. Allora stavo solo iniziando a organizzare le idee per la biografia di Ferrari, ma decisi di prendere il libro di Morris come riferimento perché Theodore Rex aveva il respiro, il passo, che stavo cercando per il mio racconto della vita di Ferrari, dove non si salta da un episodio noto all’altro, ma si vive e respira la vita di Ferrari nella sua interezza, giorno per giorno. E poi c’era quella parola – Rex – che Phil Hill, il campione del mondo di F1 del 1961, senza saperlo, mi confermò essere esatta in riferimento a Enzo Ferrari quando, una sera d’agosto a Pebble Beach, in California, mi disse: “Ferrari era come un re e noi eravamo i suoi cavalieri.”

Quale Enzo Ferrari emerge da Ferrari Rex?

Mi piace pensare che quello che emerge dalle pagine di Ferrari Rex sia il Ferrari uomo in tutta la sua complessità, con le sue debolezze e incertezze, i sogni, le speranze, le delusioni e le disillusioni. Ma anche un uomo con un’incrollabile fiducia in se stesso. Penso inoltre che l’Enzo Ferrari che il lettore troverà in Ferrari Rex sia un personaggio dal volto più umano di quanto non gli riconosca l’iconografia classica e più vulnerabile di quanto non si pensi. Ma anche un uomo di una tenacia spesso passata inosservata o volgarmente scambiata per arroganza e di un ottimismo per certi versi inaspettato.

“Io sono un emotivo,” disse, “e nella vita ho sempre constatato che molte volte siamo portati a prendere delle decisioni non per un freddo, razionale ragionamento ma a seguito di emozioni subite.” (Ferrari Rex, Capitolo 43 – Il patriarca)

Finisco questa lunga panoramica su Ferrari Rex parlando della gestazione della copertina dell’edizione originale in italiano. Fino a poco più di un mese dalla pubblicazione, la copertina scelta era quella che vedete qui sotto – a colori, con un Ferrari sorridente, cosa questa più unica che rara. E’ una immagine del grande fotografo bolognese Franco Villani, scattata nei box dell’autodromo Dino Ferrari a Imola il 22 luglio del 1980. Fa parte del famoso servizio fotografico in cui si vede anche Gilles Villeneuve, che siede alla sinistra di Ferrari, con una bottiglia d’acqua in mano.

Piaceva a tutti. Fino a che l’Editore, che l’aveva scelta, intuì che il titolo era forse troppo piccolo perchè spiccasse in libreria. Fece fare delle prove, con titoli più grandi, ma presto si rese conto che, se si voleva avere il titolo più grande, quindi più leggibile, andava trovata una foto diversa. E così si arrivò alla copertina che tutti conosciamo. 

Prove, come testimonia quest’altra immagine, antecedente alla scelta della copertina con la foto a colori, ne erano in realtà state fatte anche prima. E siccome nulla nella vita sembra essere definitivo, la copertina della nuova edizione in italiano strizza l’occhio a una delle prime prove… Dirò di più; la fotografia di Ferrari che è stata utilizzata per la nuova edizione è la stessa che l’Editore americano David Bull utilizzò per delle prove prima di scegliere, lui pure, una immagine a colori.